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Calcolo rendita catastale: come farlo bene e non sbagliare

Calcolo rendita catastale: come farlo bene e non sbagliare

Il calcolo rendita catastale permette di ottenere il valore di reddito che l’Agenzia delle Entrate attribuisce ad un immobile. Nella pratica è molto utile in quanto permette di comprendere la base fiscale sulla quale vengono calcolate le imposte relative ad un immobile, quindi l’IMU, la Tasi, l’imposta di registro o quella sui redditi.
Effettuare il calcolo della rendita catastale, quindi, permette all’acquirente di conoscere in anticipo le spese collegate ad un determinato immobile.
La rendita catastale è sempre collegata alla singola unità immobiliare e, quando si acquista una casa, vengono differenziati i valori dell’appartamento da quelli di altre unità come, per esempio, il box.

Richiedere la rendita catastale

La rendita catastale si può ottenere chiedendo la visura dell’immobile all’ufficio di competenza dell’Agenzia delle Entrate, oppure consultando il servizio telematico della stessa.
Per richiedere la visura catastale online è sufficiente indicare il proprio codice fiscale, gli identificativi dell’immobile (Comune, sezione, foglio e particella) e la provincia in cui lo stesso è ubicato.

Calcolo rendita catastale: tutte le specifiche

Per quasi tutte le unità immobiliari, il calcolo della rendita catastale viene effettuato moltiplicando la consistenza dell’immobile per il valore riportato nelle tariffe di estimo.
La rendita catastale viene quindi definita sulla base delle dimensioni dell’immobile (espressa in vani catastali, metri quadri o metri cubi) e sul valore numerico elaborato dall’Agenzia delle Entrate del Territorio che può variare in base alla zona ed alla destinazione d’uso.

Le categorie catastali: breve guida

Le categorie catastali esistenti oggi sono le seguenti:

  • Gruppo A, uso abitazione / uffici - consistenza calcolata in vani e metri quadri;
  • Gruppo B, alloggi collettivi - consistenza calcolata in metri cubi;
  • Gruppo C, uso commerciale e vario - consistenza calcolata in metri quadri;
  • Gruppo D, a destinazione speciale - consistenza non indicata;
  • Gruppo E, a destinazione particolare - consistenza non indicata;
  • Gruppo F, unità immobiliare che non produce reddito - senza rendita catastale.

Tutte le abitazioni appartengono alla categoria catastale A e sono divise in sottogruppi (da A/1 ad A/8 e A/11) in base alla loro definizione. Il box o posto auto, invece, è categorizzato alla lettera C sottogruppo C/6.
Tutte le unità immobiliari appartenenti ai gruppi delle categorie D ed E, invece, hanno una rendita determinata attraverso la stima diretta.

Come calcolare la rendita catastale in pratica

La rendita di ogni singola unità immobiliare viene sempre calcolata moltiplicando la consistenza per la tariffa di estimo.
La base imponibile, ovvero il valore sul quale sono applicate le aliquote di imposta, è pari al valore del bene immobile determinato per via tabellare e partendo dalla rendita catastale dell’anno in corso. Questo è variabile a seconda delle tipologie di immobili.
Di seguito qualche esempio di formula per il calcolo rendita catastale:

  • Abitazioni di categoria A (escluso A10), C/2, C/6, C/7 Rendita x 1,05 = Rendita rivalutata Rendita rivalutata x 160 = valore rendita catastale Ipotizzando un’abitazione in categoria A/2 con rendita pari a 813,42 Nella pratica: (813,42 x 1,05) x 160 = 136.655,00
  • Valore uffici di categoria A10 Rendita x 1,05 = Rendita rivalutata Rendita rivalutata x 80 = valore rendita catastale

Come hai visto, non è poi così semplice calcolare la rendita catastale con i propri mezzi, in quanto servono una moltitudine di informazioni che non sempre è possibile reperire in maniera rapida.
Con il servizio “Rendita catastale” di Catasto semplice è possibile ottenere la rendita aggiornata per immobile, per soggetto (persona fisica o società) o anche per indirizzo. Il tutto comodamente dal proprio PC ed in una tempistica massima di due ore.

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