Guida alla riforma del catasto: tutte le novità del 2021
Nella legge delega sulla revisione del sistema fiscale approvata nelle scorse settimane da parte del Consiglio dei Ministri è presente anche una nuova versione della Riforma del Catasto.
Una riforma del catasto attesa da anni e che nel corso dei prossimi cinque anni – salvo intoppi – dovrebbe essere portata a compimento. Una riforma che, tra polemiche e timori di aumento dei tributi sulla casa, promette di rivoluzionare la concezione attuale del sistema.
Obiettivo principale della riforma del sistema catastale italiano è soprattutto quello di mettere ordine nelle procedure e nei criteri di classificazione degli immobili con una revisione della materia che porterà da una parte alla formulazione delle rendite catastali (che non saranno applicate prima del 2026) e dall’altra alla redazione di un nuovo sistema di rilevazione catastale per un più razionale classamento di edifici e terreni allo scopo di far emergere eventuali abusi edilizi e/o difetti di classificazione.
Con lo slittamento al 2026 dell’applicazione delle nuove rendite catastali di fatto viene scongiurato il tanto temuto aumento della pressione fiscale sulla casa. Previsti, inoltre, nella riforma catasto anche incentivi in favore dei Comuni per far fronte al problema abusivismo edilizio.
Cosa prevede la nuova riforma del catasto 2021 e quando entrerà in vigore?
La riforma del catasto dovrebbe consistere – nelle intenzioni del legislatore – in una revisione totale dell’attuale sistema di controllo, classificazione e determinazione delle rendite catastali. Un lavoro lungo e certosino che richiederà nelle previsioni almeno cinque anni di controlli e accertamenti.
Sono previsti, infatti, nuovi strumenti per il controllo degli immobili e dei terreni presenti sul territorio italiano utili per scovare eventuali errori di classificazione, immobili non censiti o censiti in maniera sbagliata. Sono previste inoltre modifiche normative per favorire l’emersione di immobili abusivi.
Per quanto concerne le rendite catastali, con la riforma si procederà con l’individuazione del valore di mercato di ciascun bene, valore che andrà ad affiancare le informazioni già presenti nei registri catastali volte alla determinazione delle rendite catastali. Le nuove informazioni non andranno a modificare i valori degli estimi catastali o delle rendite, quindi non avranno ricadute dal punto di vista delle tasse. I nuovi valori, che come vedremo meglio in seguito saranno indicati con il termine di “rendite attualizzate” saranno resi disponibili sono a partire dal 1 gennaio 2026.
Riforma catasto: riordino e razionalizzazione del patrimonio immobiliare italiano
La riforma del catasto, come già accennato sopra, ha come finalità ultima quella di mettere a disposizione degli addetti ai lavori strumenti utili a semplificare e velocizzare:
- il corretto classamento di immobili non ancora censiti o censiti in maniera erronea;
- l’attribuzione della corretta destinazione d’uso (la categoria catastale attribuita) di terreni edificabili registrati invece come agricoli;
- l’individuazione di immobili abusivi.
Per il raggiungimento di tale obiettivo saranno individuati incentivi e finanziamenti per le attività di accertamento svolte dai Comuni sul proprio territorio di competenza.
Cosa cambierà con la nuova norma? Riforma del catasto ultime notizie
La prima e più evidente novità della nuova riforma catasto 2021, quindi, consisterà nel fatto che ciascun immobile verrà contraddistinto da due rendite: la ‘vecchia’ rendita catastale e una rendita ‘attualizzata’, ovvero, una rendita che terrà conto del valore di mercato.
Ripetiamo che nelle intenzioni del legislatore la rendita attualizzata non influirà sulla determinazione dell’imponibile e di conseguenza non avrà nessuna ricaduta dal punto di vista tributario. La rendita attualizzata, o valore patrimoniale, sarà adeguata periodicamente in base all’andamento e alle condizioni del mercato così da essere sempre aderente alla situazione reale.
Per gli immobili accatastati come di interesse storico e artistico la riforma del catasto prevede delle agevolazioni in virtù dei maggiori costi di manutenzione e dei numerosi vincoli a cui sono soggetti in caso di utilizzo, restauro e conservazione d’uso.
La seconda novità – che promette di avviare una vera e propria rivoluzione nel sistema del catasto così come lo conosciamo – riguarda gli strumenti e le procedure volte al controllo e alla rilevazione catastale di terreni e fabbricati al fine di far emergere l’ampia sacca di abusivismo presente sul territorio nazionale.
Una ‘riforma degli strumenti di controllo’ che dovrà facilitare l’individuazione e il corretto classamento degli:
- immobili abusivi
- immobili non presenti nei registri catastali o che siano stata accatastati in maniera errata;
- dei terreni accatastati come agricoli, ma che in realtà sarebbero edificabili.
In conclusione la nuova riforma catasto ha come scopo finale quello di arrivare ad effettuare un censimento dell’intero patrimonio immobiliare nazionale con la classificazione esatta di tutti gli immobili e i terreni esistenti. Parallelamente a questa operazione di riordino, nelle intenzioni del legislatore c’è anche la volontà di individuare tutte le sacche di abusivismo edilizio e di evasione fiscale ancora presenti al fine di regolarizzarle.